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mercoledì 23 febbraio 2011

VIAGGIO IN TERRA SANTA di G. D'Ambrosio Angelillo


Ce ne stavamo a Siracusa in attesa di una nave che ci avrebbe portato in Israele. Io me ne stavo vicino al mare e là c'era una casa antica dove una volta era stato Gesù.
"La gente non lo sa, ma qui una volta è vissuto Gesù", pensavo.
Era una casa fatta di laterizi romani, dove ora allevavano uccelli, che se ne stavano tutti sui balconi. Ma in tutto il quartiere allevavano uccelli. Erano i discendenti degli uccelli ai quali una volta aveva parlato Gesù. Tutti pensano che Gesù se ne sia andato addirittura in India quando era giovane. Ma in realtà Gesù quando era giovane ha viaggiato semplicemente per tutto il Mediterraneo.
Me ne stavo lì a Siracusa con una numerosissima comitiva di Acquaviva, capitanata da don Galeano, un vecchio e saggio sacerdote studioso di San Paolo.
E in una taverna ce ne stavamo poi verso l'ora di cena tutti ammassati, come in una specie di assemblea.
E don Galeano spiegava i motivi profondi del viaggio, che riguardavano naturalmente tutti la fede e la preghiera.
"In Terra Santa visiteremo i luoghi sacri, le città dove ha vissuto Gesù e Gerusalemme", diceva e poi continuava con tante citazioni dalla Bibbia e da san Paolo.
Poi intervenivano altri, si era quasi tutti giovani, e tutti si era entusiasti e molto eccitati del viaggio.
E allora io ho detto:
"Io sono un umanista e naturalmente ho motivi diversi dai vostri per questo viaggio, voi dite che è per la fede e la preghiera e dite pure che sono motivi profondi, ma io so che c'è pure un motivo molto più profondo di quel che noi riteniamo profondo, di questo certo io non so molto, ma un pò di cose mi hanno insegnato Platone e Aristotele, e così so che pur non sapendo niente di una cosa, con la deduzione e l'intuizione ne posso sapere qualcosa di più".
A questo punto tutti si son messi ad applaudire e io sono stato contento di questo. E volevo continuare. E volevo dire che forse il motivo profondo era il fatto che si viaggiava e si aveva l'opportunità appunto di fare i viaggiatori, dopo una vita passata nel chiuso dell'angusto cortile del paese, perchè ogni uomo era curioso e andava matto di conoscere i luoghi sempre citati durante tutta la sua esistenza ma mai visitati.
Ma proprio in quel momento, proprio quando volevo dire queste cose, la taverniera è arrivata con un vassoio di cosce di pollo arrosto e ha detto:
"Si mangia! In tavola! I polli arrosto sono pronti!"
E tutti si sono precipitati ai loro tavoli per la cena.
E io ho pensato:
"Si stava parlando della fede e del viaggio in Terra Santa e appena uno dice "pollo arrosto" tutti scappano via".
E con tristezza ho visto che anche don Galeano non ha aspettato mica la conclusione del mio discorso, che pure stavano applaudendo, ma era corso pure lui a tavola a prendersi la sua razione di pollo arrosto.
Ma poi con angoscia ho pure pensato che prima non avevano affatto applaudito le mie parole, ma proprio la taverniera che era apparsa sulla soglia della sala con il suo fumante vassoio di polli arrosto, precisamente al mio fianco, quasi alle mie spalle.
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Giuseppe D'Ambrosio Angelillo
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http://www.dambrosioangelillo.it/

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