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domenica 21 agosto 2011

G. D'Ambrosio Angelillo SCHEHERAZADE poema ACQUAVIVA

Poema narrativo scritto e pubblicato nel 1987.
L'ho letto tante volte per le sale e per i ritrovi di Milano e Lombardia. Molte volte l'ho letto con accompagnamento alla chitarra con musiche blues improvvisate del mio amico poeta Roberto Longhi. Altre volte in tandem con il mio grande amico poeta e narratore Bruno Brancher, lui leggeva il suo "L'Uomo delle biciclette gialle" pubblicato da Vanni Scheiwiller e io il mio "Scheherazade". Ci guadagnavamo qualche centino che molte volte subito spendavamo in osterie e taverne notturne del tempo. Una letteratura on the road tipica di quegli anni, ora non so se esiste ancora, spero di sì.
Il libro era fatto a mano e ritagliato da me, copia per copia. Ce ne saranno in giro parecchie centinaia. Appena finivano ne facevo altre copie. Di questo libro ne esistono esemplari esclusivamente fatti a mano. Quando leggevamo certe volte ci appludivano con convinzione e entusiasmo, altre volte ci cacciavano a malo modo tirandoci lattine di birra (piene o appena iniziate) sul palco, in quel caso il pubblico era composto perlopiù da ubriaconi che volevano solo trincare e di poesia se ne sbattevano proprio, ma  noi venivamo pagati lo stesso anche se eravamo costretti a interrompere la recita. Praticamente qualche locale ci usavano a noi poveri poeti solo per riscaldare l'ambiente, nel bene o nel male. Qualche anima buona che ci difendeva la trovavamo sempre in quelle assurde bolgie, ma venivano subito zittite. Si incontravano anche tante belle persone a quelle serate e poi si concludeva tutto davanti a un paio di bottiglie di vino e a dei piatti di salame lombardo. Se andavamo in trasferta fuori Milano di solito ci ospitavano gli organizzatori. Ne ho descritto minuziosamente una serata in "BULLAZZE E MARMITTONI", nel racconto "I Blues Brothers".
"Sheherazade" racconta poeticamente tre storie intrecciate, la storia d'amore di un romanziere povero e sconosciuto per la sua Musa, appunto Scheherazade, e lì descrivo il giovane Gabriel Garcia Marquez. Mi ricordo che una mia amica colombiana riuscì a portargliene una copia a L'Avana, dove avrebbe seguito un suo seminario sulla scrittura e mi raccontò successivamente che appena vide che uno scrittore italiano gli aveva dedicato un poema gli spuntarono sugli occhi due lacrime di commozione, poi non ne ho saputo più niente.
L'altra storia intrecciata è la storia della vera grande amicizia tra i famosi filosofi Ernst Bloch e Gyorgy Lukacs. Infine lo scontro ideale e materiale tra Faust e Mephistofele, cioè tra la Poesia e il Denaro. Infine sullo sfondo la grande storia quasi di sogno del mio maestro Marc Chagall, che una volta ho pure incontrato alla Stazione Cadorna di Milano alla fine degli anni Settanta.
"Scheherazade", uno dei miei poemi più cari.
G.D. ANGELILLO

http://www.books.google.com/    

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