regala Libri Acquaviva

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giovedì 19 luglio 2012

LA SIGARETTA DI BUKOWSKI

Non è stata la sfortuna o giù di lì
a farmi arrivare qui
in questa stanza del Naviglio
del "che me ne frega",
forse dovevo lavarmi i capelli più spesso
con la filosofia empirica inglese
e pettinarmi l'interno dei pantaloni
con ricordi più interiori,
rovinarmi l'anima
con una massa di ghirigori,
e andare a messa a comprarmi il gelato
più spesso ancora.
Non so.
Son nato e non s'è pentito nessuno,
anche perchè il motore del camion
era a Milano a caricare mobili.
Los Angeles, il manicomio,
la bella calma di non sapere mai niente.
Ora qui c'è questo quaderno
e vengo qui a riscaldarmi
con la mia disperazione.
Il Mafioso, il Poeta, l'Appeso,
il Negro, il Filosofo,
il Pittore,
il Transex fatto alla fermata del tram,
Donne Cannone,
Fate,
Ballerine sconce,
Sante in cantiere a progettare cattedrali,
Bagasce in circonvallazione
a preparare debiti,
bottiglie di Campari,
topi in cerca di lattine libere
per farsi la casa
e mandare all'inferno il mutuo.
Son vuoto
e contemplante.
Marinaio bloccato in una nave fusata.
Fellini me l'ha detto una volta:
"Fatti ragno e ricama la tua tela.
Vedrai che prima o poi
ti assumeranno come cane salato".
L'Amore l'ho toccato in India,
la ragione in Deutschland,
la saggezza in Grecia,
la bandiera a Calatafimi.
Son l'autista con tutti i semafori rossi,
sono il soldato di Napoleone
a Waterloo,
sono lo Scorpione che vuole lavorare
in televisione
con la faccia del ricottaro,
la nobile professione
del fancazzista.
Sono il contadino del vino d'aceto,
il muratore della casa crollata,
il letterato del diavolo ignorante,
il calciatore dello stadio vuoto.
Son qui e non me ne frega una pizza,
e tra un pò torno a casa
e mi mangio l'avanzo di ieri
che ha lasciato la mia donna.
Inglesi, Americani e Psichiatri,
Streghe, Musicisti
e il cacciatore maledetto
che risponde
al nome del grande Arthur Rimbaud.
Ho scritto 1000 lettere a giovani poeti
dicendo di farsi i fatti loro
e di non sfottere tanto l'ira funesta
dei fantasmi della Musa.
Alda mi diceva sempre:
"La Poesia è una bella rogna,
una malversazione,
un manicomio al completo.
Non capisco perchè tanta gente
vuol votarsi così a cuor leggero
a un inferno così sconclusionato,
e al primo minimo intoppo
te li vedi scappar via dalla casa in fiamme
come tanti ridicoli conigli.
Ma se vuoi veder sorridere una vecchia
attacca il cavo
e fai una foto allo squalo buono
della mia allegria".
Son qui
con tutte le finestre aperte,
mi arriva un odor di bistecche arrosto
che non ne mangerò manco una io.
Ho puntato sempre sul cavallo perdente,
ho urlato mille volte per nulla,
ho bevuto la cicuta in compagnia di Socrate.
Ho fatto il fesso come D.H. Lawrence.
Son vivo
e questo è l'importante.
Faccio solo una busta di spazzatura
in una settimana,
e perlopiù son lettere di giovani poeti
che non credono in una minchia di niente
se non in se stessi.
Ma il problema non è manco quello,
è che son vuoti e malati,
esattamente come me,
che guardo il cielo
e lo vedo azzurrino
anche se è notte fonda.
Ma non son mica pazzo,
è solo che assomiglio un pò
alla sigaretta di Bukowski:
è sempre accesa
e non si consuma mai.
G. D'AMBROSIO ANGELILLO
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passaparola, amico,
passaparola

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