regala Libri Acquaviva

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mercoledì 29 febbraio 2012

MOLTA FOLLIA E' IL PIU' DIVINO SENSO di Emily Dickinson

Molta follia è il più divino senso
a un occhio che discerne,
molto senso la più vera pazzia.
E la maggioranza prevale in questo,
come in tutto.
Di' sì e tu sei sano,
nega e sei immediatamente pericoloso,
da tenere con una catena.
EMILY DICKINSON
(traduzione di Giuseppe D'Ambrosio Angelillo)
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giovedì 9 febbraio 2012

INVERNO di gd angelillo

Le rive son ghiacciate
e le rose rinsecchite,
anche se pendono stranite
dai balconi
come se neanche loro se l'aspettassero così.
I gattoni seppure ubriachi d'amore
non sono più in giro
e aspettano tempi migliori
pure loro
che ne vedono già di così tante.
Le strade son grige e deserte.
Il freddo è davvero terribile,
anche i muri si screpolano
e le finestre è come se tremassero anche loro
a questi gelidi venti.
Le porte si lamentano
cigolando
ogni volta che qualcuno s'azzarda
di aprirle.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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SALA DI LETTURA di gd angelillo

Donne trascurate e incomprese,
con gli occhi torbidi,
perditempo neri, con sguardi cerchiati,
lenti come buoi.
Statue belle e brillanti,
completamente ferme e indifferenti.
Fiori secchi, piante grasse,
legni antichi profumati.
Bellezze, voglia astrusa di far promesse,
ricerche logiche di certa metafisica.
Certi preferiscono la carne,
altri amano il pesce,
altri son lì che rivoltano la paglia
senza trovare mai niente d'interessante.
C'è persino un re
ma si è scordata a casa la corona.
Una faccia da teppista
fa la lettura più appassionata,
legge il suo libro strano
con vera voluttà.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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CASE SU CASE di gd angelillo

Case e case che si affastellano le une sulle altre
e mi ricordano i giorni che là in mezzo
passai con lei.
Ma ora grigi guerrieri mi impediscono di avvicinarmi
con le armi in pugno.
Son passati tanti di quegli anni,
che è come se arrivassi or ora dall'India
e tutte queste dimore mi fossero del tutto estranee,
tutte
tranne la casa di lei...
G. D'AMBROSIO ANGELILLO
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Giuseppe D'Ambrosio Angelillo A QUANTO VA LA CARNE DEL POVERO GRECO OGGI? racconto ACQUAVIVA

"I soldi sono una cosa seria.
Qualcuno è convinto persino che parlino".
CHARLES BUKOWSKI

Tre speculatori in Borsa
giocano con i destini dei popoli
come se stessero a giocare a ramino.
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martedì 7 febbraio 2012

CHARLES DICKENS di g. d'ambrosio angelillo

Sguardo nero, anima azzurra,
sapienza profonda londinese.
Sempre a raccontare la verità
ai suoi cari lettori.
E quelli gli chiedevano:
"Charles, che razza di tempesta di neve
è quella che vortica quest'oggi sulla città?"
"Caricate il carbone nella stufa
e mettete le patate a bollire in pentola, cari,
se potete.
Altrimenti andate a letto, sotto le coperte.
Il cielo è turbinoso quest'oggi,
avete proprio ragione,
e la neve cade a grossi fiocchi,
state quieti e mettetevi sotto le coperte
e se potete caricate di legna la vostra stufa,
e mettetevi stretti tra di voi.
Lasciate stare la tempesta di fuori,
già mi sto dando da fare
di raccoglierla tutta in un romanzo
e di alleggerirvi la brutta strada.
Un sorriso, quattro bicchieri forti,
una rosa bianca
e il pensiero della prossima verde bella primavera
è già lì pronto tutto per voi, cari",
diceva lui.
E quelli:
"Grazie, Charles,
lo sappiamo che il tuo cuore
è il più grande di tutti quegli altri...
Ti aspettiamo a quel solito posto
come tu ben sai..."
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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POESIE D'AMORE 2 piccola casa editrice ACQUAVIVA

"Stillate dall'umile pianto delle lampade elettriche
.............................
Una canzonetta volgaruccia era morta
e mi aveva lasciato il cuore nel dolore
E me ne andavo errando senz'amore
lasciando il cuore mio di porta in porta:
con Lei che non è nata eppure è morta
e mi ha lasciato il cuore senz'amore.
Eppure il cuore porta nel dolore:
lasciando il cuore mio di porta in porta".
DINO CAMPANA

Una piccola raccolta tra le più belle Poesie d'Amore da tutto il mondo.
ACQUARELLO ORIGINALE IN COPERTINA!
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LIBRI, LIBRI, SOLO LIBRI, NIENT'ALTRO CHE LIBRI di g. d'ambrosio angelillo

C'è un mio vecchio professore di filosofia della Statale, al bar e mi invita a prendere il caffè. Io sono dietro una specie di transenna, la supero e vado da lui.
"Come va?", mi chiede.
"Non c'è malaccio", dico io. "Potrebbe andare meglio, ma potrebbe andare anche peggio, e allora mi accontento di come va".
"E i libri?"
"I libri sono la mia vita. Ho puntato tutto sui libri nella mia vita e non saprei e nè vorrei saper e voler fare altro. Ho fatto libri fin da 17 anni. Quindi anche se non guadagno niente vado avanti. Libri, libri, solo libri, nient'altro che libri. Dopo tutto di altro nella mia vita ho fatto solo il contadino. Io sono figlio di contadini, e mio padre, si usava così in tutte le famiglie, mi portava in campagna a lavorare fin in tenera età. A raccogliere le olive, a vendemmiare, a raccogliere i sarmenti alla potatura delle viti, e i ramoscelli tagliati alla potatura degli ulivi, e poi a arare, mio padre aveva un cavallo, si arava con i cavalli, e io seguivo mio padre mentre arava e i pettirossi lo seguivano pure a beccare nella terra voltata di fresco il loro cibo quotidiano. Io lo seguivo senza fare niente, a guardare per imparare. Ma poi vennero subito i motori, e io imparai a arare con i motori. Poi cominciarono i viaggi, i viaggi senza soldi, i viaggi a Napoli, a Roma, a Bologna, a Venezia, in Trentino, in Sud Tirolo, per tutta l'Italia, che la Lucania, la Calabria e la Sicilia, le conoscevo fin da piccolo, mio padre aveva un piccolo camion, dopo che finì il tempo dei cavalli, e fece il camionista per parecchi anni pure. Là sulle montagne del Tirolo io dormivo nel sacco a pelo, e poi c'era la tecnica dell'IMBUCO, imparata dai beat, dei quali si cominciava a sapere tutto. Si andava in un ristorante o in un albergo seguendo una ragazza figlia di borghesi, e si mangiava, si dormiva senza spendere un soldo. A viaggiare si viaggiava in autostop, quindi si andava con poche lire in tasca. Il mio primo viaggio in Francia io l'ho fatto con 15.000 lire in tasca. Mi nutrivo solo di latte, e dormivo nei treni. Arrivai fino a Cannes, non molto lontano, ma in Francia ci arrivai, avevo solo 15 anni. Partii da Acquaviva, piccolo paese di contadini, là sulle colline assolate di Puglia...
   Anche per i libri son partito di là, da Acquaviva... con il ciclostile e le fotocopie, le prime fotocopie, quelle che venivano tutte nere... e poi rilegavo a mano, con i cartoni... anche adesso molti libri li faccio ancora a mano, uno per uno..."
   Il mio vecchio professore di filosofia della Statale mi ascoltava attento e intanto guardava i culi delle ragazze ponpon che ci giravano attorno...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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giovedì 2 febbraio 2012

O NEVE CHE VIENI OGNI TANTO A FARCI VISITA

O neve che vieni ogni tanto a farci visita
con i tuoi lievi canti di madreperla
e ci salvi almeno per la tua venuta
dallo sporco e dalla sentenza,
e ci dai un giorno di riparo
e di lentezza
al tocco santo delle tue dita leggere
che accarezzano i tetti e i chiodi
e ci rischiarano la mente
anche nella notte più fonda
che con te nell'aria
stranamente si illumina,
e ogni traccia di durezza e lordume
come per miracolo è cancellata.
Così che anche il gelo del mondo
come d'incanto d'un tratto si addolcisce.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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ANIMA BLUES di gd angelillo

L'anima si sparge in musica ovunque
e la vocazione al sogno è salva.
Anche se il musichiere è fallito
e perde solo tempo con i suoi miseri spartiti.
Ma l'anima non si fa salutare
e ripudia l'addio,
così l'infinito trova la sua finestra
anche nel nostro misero giorno
e lo salva ancora una volta
anche solo con pezzo blues.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO
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POETI DISOCCUPATI di gd angelillo

Ci ficcano tra le pieghe del giornale
e di lì dobbiamo fare capolino
per dire almeno una parola
e vendere anche noi
il nostro misero bicchierino di liquore.
Siamo pesci senza discorsi
fluttiamo tutti in un oceano
che non sa nulla di noi.
Siamo ciarlatani con corazze di ferro
e fazzoletti pieni di lacrime,
siamo verzieri
che vendono fagioli bolliti in cattedrale
siamo sagrestani licenziati
senza più candele di santi
da accendere
perchè anche il profeta è scappato
e la fede è fallita
e allora quasi per forza di cose
si diventa un pò tutti poeti.
Disoccupati
senza più fabbriche di idee
nè botteghe di pensieri,
siamo liberi
ma senza una lira in tasca.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

mercoledì 1 febbraio 2012

POETI BLUES di gd angelillo

poeti
votati al blues
di questo traffico di follia
che premia pupazzi di cartone
con mani flaccide di camerieri
del gran bordello della diplomazia,
poeti
che montano la tenda della loro vita
sulla piazza dei pii desideri
fiduciosi sul valore dell'oro
delle note del violino
sul marciapiede
del ristorante dei ricconi
sul naviglio.
GD ANGELILLO
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MILANO di gd angelillo

alla città sempre incazzata di bellezza
arrivano i ragazzi dagli occhi lustri
per il luna park della ferocia a giro largo
più attrezzato del continente.
corsica sardegna sicilia
nord sud terre di mezzo
francia germania portogallo
america africa india e cina.
in tasca una pallottola di sogni
e il gelo indicibile dell'abbandono.
una cappa di piombo e fumo
per cielo
e un'osteria di malaffare per più sacra cattedrale.
ubriaconi con facce da preti
e farabutti di letti sfatti,
ballerini senza bagagli
perchè il cuore pesante basta e avanza
per buttare nel naviglio qualsiasi ricordo d'amore.
questa città che pullula di abusivi,
dove per un niente si punta l'anima
sulla carta più sporca
per vincere una vita da scarafaggio
sui pontili dei porti interiori
in compagnia di tutti i poeti pazzi,
mentre la bellezza continua a sfilare
sulle ribalte maledette di ogni commercio.
la città che ti chiama per puntare alto
e ti fornisce il documento giusto
per qualsiasi dannazione...
G. D'AMBROSIO ANGELILLO
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IL MISTERO PIU' GRANDE E' LA VITA di gd angelillo

Il mistero più caro è la vita
che tutto il resto ne rimane misera cosa
e l'uomo ne è il più grande avventuriero.
E il pensiero se ne tace nel suo buco
come caduto nella sua stessa trappola
che dopotutto è pure deserta.
Non si vaga invano
per tutta questa solitudine
perchè l'acqua se ne scorre sempre
attorno a questo andare senza senso
che ci fa arrivare
fino quasi alla calda mano
di un inaspettato amore,
che stranamente somiglia al divino.
GD ANGELILLO
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NEVE DI FEBBRAIO

Neve di febbraio che te ne vieni
come una grande festa di malinconia
e sfumi i tuoi coriandoli
sulle passeggiate dei cani
e sul coraggio dei bambini
che corrono a giocare,
io oggi ho una strana apatia
retaggio forse di quel fumo
di camino dei contadini
che col freddo si fermavano
e non avevano voglia
nemmeno di raccontare storie.
Fumigano ora le canne fumarie
dei termosifoni sui tetti della città
e anche le chiese son ferme
nel loro biancore stupito
a ricordare
quando la fede era ancora un sogno
e l'avvenire avanzava proprio come te ora
freddo e malinconico
ma pure con una certa idea di festa
ben certificata in testa,
come una vela di nave
che tenta come una pazza
la lontana e cara Utopia.
GD ANGELILLO
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