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martedì 26 novembre 2013

FRANZ, IL GATTO DI UNO SCRITTORE


    Il gatto Franz si lecca la zampa a lungo e molto lentamente. Poi l'altra zampa, infine la faccia. Alla pelliccia folta e cinerea invece una spazzolata veloce. Poi se ne va a sdraiarsi sul suo letto fatto di libri. Filosofia, qualche romanzo di Tolstoj, moltissima poesia. 
    Infine si sistema nella posizione della sfinge e contempla il mondo, i radi avventori, il tempo che scorre. Ogni tanto muove la coda, quasi fosse una mossa del destino. Rimane fermo quasi per un'ora. Poi volge la testa verso di me e si mette a osservarmi con gli occhi socchiusi.
    Che pensa? Mi valuta.
   "E' un uomo un pò stupido. Ma in fondo è molto buono e mi vuole bene. Non mi lascia mai senza scatolette di tonno. Qualche volta mi dà pure del salmone crudo. Quando mi fa mangiare gli spaghetti al pomodoro lo odio un pò. Ma non è niente di grave. Ciò vuol dire solo che qualcuno non lo sta pagando giusto. Non è affatto una diminuzione di affetto verso di me. Non starà ancora a lungo a scrivere al tavolo delle sue astruse follie. Andrà al frigorifero tra un pò e si preparerà da mangiare, poi come sempre darà qualcosa di buono pure a me. E' davvero una buona lana. Un pò stupido e lento, ma niente di grave per me".
    Così sembra ragionare tra sè e sè a guardarmi sornione, con i suoi occhi socchiusi, quasi disattenti.
    Poi si alza. Si stira. Si dà un'altra leccata alle zampe. Alla faccia. Non a lungo questa volta. Infine scatta di colpo dal suo letto fatto di libri e viene vicino a me.
    "Miao", miagola dolcemente strusciandosi alle mie gambe.
    Sto facendo tardi, forse vorrebbe dirmi.
    E' un gatto. Adulto ormai, è con me da quasi 7 anni. Se ne venne in casa dopo un mio semplice "micio, micio". Era un gattino, piccolo e sperduto. Qualcuno l'aveva abbandonato, suppongo. Ma a lui bastò una notte passata nel cortile della casa-ringhiera dove abito per trovarsi una nuova sistemazione.
    E' un gatto che sembra sapere davvero di tutte le cose del mondo, delle follie degli uomini, e dei ghirigori del tempo.
    E' ora un gattone, forte e calmo. E' un certosino. Il pelo grigio e gli occhi d'oro. Vede spiriti in casa mia, ma non va mai a raccontarlo a nessuno. E' il gatto di uno scrittore, sa bene come mantenere i segreti.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO 


da "GATTI PAZZI", Acquaviva, 2013

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