regala Libri Acquaviva

regala Libri Acquaviva
CHARLES BUKOWSKI, Tubinga, MARC CHAGALL, Milano, ALDA MERINI, Grecia, Utopia, ROMANZI, Acquaviva delle Fonti, RACCONTI CONTADINI, America, POESIE, ERNST BLOCH, Sogni, Gatti Pazzi, Spinoza, FEDOR DOSTOEVSKIJ, ITALIA, New York, FEDERICO FELLINI, Poesie di Natale

lunedì 25 novembre 2013

IL GATTO DEL CONVENTO



    
   
     
    In un convento di monaci pazzi vivevano una volta un gatto e un topo. Erano entrambi creature molto abili e astute. Con una certa qual sapienza che la natura aveva donato loro per volere di dei sconosciuti ma nondimeno molto potenti, il dio dei topi e il dio dei gatti.
    Il gatto era davvero molto grosso e forzuto, e non aveva praticamente paura di nulla. Di giorno si cercava uno spazio tranquillo al sole e si acciambellava sicuro al caldo e al tepore del giorno. Il gatto sembrava davvero benedetto da uno spirito superiore, e la sua sapienza era davvero fuori questione anche solo a dargli una semplice occhiata. Era capace, quando era sveglio e bello vispo, di acchiapparsi di tutto per sfamarsi secondo i suoi più segreti desideri. Uccelletti e animaletti di campagna là intorno non ne mancavano di certo.
    Il topo invece era molto magro e parecchio gracile. E si spaventava anche al minimo frusciare di un qualsiasi venticello. Di giorno non si faceva mai vedere a percorrere i meandri oscuri dei sotterranei infiniti del convento. Ma anche lui era benedetto da uno spirito che la sapeva lunga, e la sua abilità la mostrava a scansare perennemente il gattone, che doveva essere bene un orribile mostro ai suoi occhi. Di notte se ne andava sempre a ravanare negli stretti corridoi del convento alla ricerca di qualche misera briciola caduta dalle tovaglie dei deschi frugali già di loro dei frati, ma volendo anche questo il potente dio dei topi, si sfamava alla meglio anche lui. Trucioli e pezzettini di cianfrusaglie erano ben capaci di diventare un suo lauto pranzo ai suoi stretti e molto angusti bisogni di topo.
    Il Dio degli uomini se ne infischiava a quanto pareva sia del gatto che del topo, ma comunque così come andavano le cose, sia al gatto che al topo, questo non faceva nè caldo nè freddo. Al contrario forse di come andavano le cose a tanti altri animali del creato...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

da "GATTI PAZZI", Acquaviva, 2013

Nessun commento: