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venerdì 22 novembre 2013

VECCHIO CAFFE' D'ITALIA



Hai chiuso, vecchio caffè,
non c'è più nessuno che venga ancora
a cercare un pò d'amicizia
con annessa bottiglia di vino buono.
Si son messi tutti a correre dietro ai soldi ultimamente,
per consiglio del demonio,
del cardinale,
del capo della congrega dei panzerotti fritti.
Tutti a seguire il flauto magico del più furbo ora come ora
solo che il più furbo sta per finire in galera
e il più fesso non ha ancora capito dopo 7 fette
che è polenta,
quando lo capirà
ci sono già pronte 10.000 ricette di psicofarmaci
per lui
e per tutti i rivenditori degli stivali d'Italia,
ormai senza più botteghe di rilievo pure loro.
Si gioca a punti per tutto il mondo
e chi avrà più uccellacci
vincerà il bel nulla della testa sua.
Hai chiuso, vecchio caffè,
non vengono più compagni a farsi la pizzetta
e la birrozza con 4 nichelini
con annesso bottiglione di sorrisi sinceri.
Si son messi tutti a inseguire la notizia ultimamente,
per consiglio del mentecatto,
dello strizzacervelli,
del cuoco sanguinario della banda dei fiati corti.
Tutti a inseguire il "lei non sa chi sono io",
come se ce ne importasse assai
di quel che raccontano le puttane in gran vena di sballi di tutti i telegiornali.
Solo che il maestro musicista gioca al lotto
i numeri che si sogna quando si ubriaca,
e il battitore della grancassa dice che ha fame
quando invece ci ha solo sonno.
Quando finirà tutta questa confusione non lo so,
so solo che la campana suona a stormo da un bel pezzo ormai
e nessuno che prende un secchio per spegnere l'incendio
di tutta questa follia generale.
Siamo in vendita sui mercati delle pulci di tutto il mondo ormai
e nessuno di noi ne sa niente,
ci hanno venduto pure i calzoni che indossiamo
e quando rimarremo a culo nudo
ci diremo che ci hanno chiamato a fare un film di Fellini,
solo che Fellini è tornato alla scuola media
a farsi bocciare come un ciuco qualsiasi
da questi prof sapientoni che sanno tutto di niente
ma con le pezze al culo,
da questi vecchiacci della malora 
che non ne vogliono proprio sapere di andarsene a casa,
perchè si son venduti proprio tutto,
compreso il loro senno.
Hai chiuso, vecchio caffè,
ma dietro la tua bella porta
splende ancora la tua bella utopia.
I profeti del disastro son pure loro
tutti venduti alla gran banca di marca inglese.
La salvezza comunque è di chi non smette di sperare...
Italia, il caffè è chiuso, va bene,
ma mica tutta la caffetteria... 
quella è ancora lì che sbuffa e borbotta ancora,
chi vuole può ancora accomodarsi avanti...
Il gran caffettiere d'Italia forse dorme
ma, vivaddio, non è mica ancora morto...
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO 
  

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