regala Libri Acquaviva

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venerdì 13 dicembre 2013

MA I VINCENTI SONO POI COSI' FELICI? (pure titolo di un mio prossimo racconto)

"ma i vincenti sono poi così felici?",
mi ha detto l'edicolante 
e sulla "Repubblica", di prima pagina,
c'erano così tante facce di funerale
che sono andato d'istinto alla cronaca,
ma lì tanto per cambiare
era morto un altro dei loro,
un pirla dicevano,
che ha speso e spanduto centinaia di miliardi
e milioni quasi fossero carote
da dare ai conigli allo zoo.
buona pace pure a te, e condoglianze in famiglia.
sono andato di corsa alle pagine della cultura
allora
ma, ohibò!, anche lì golden boys dei libri,
roba che con 4 capitoli di letteratura alla cipolla
si son fatti moneta a bizzeffe anche in quella piazza.
son corso allora allo sport
ma anca lì
è stata eliminata una squadra di plurimilionari.
e non ci crederete neanche voi,
tutti a piangere
e a tenersi la crapa tra le mani
quasi fosse crollata la torre più alta della religione,
abbattuta la certosa più preziosa della nazione.
son corso via anche di là.
sono andato sulle pagine milanesi,
Milan l'è pur sempre la metropoli più astuta d'Italia,
ma anca lì piagnistei,
lamenti,
piangimenti a dirotto:
hanno aumentato il biglietto ai teatri,
costa troppo l'ascensore a fianco del Dom,
ascensore!?,
la follia è così in aumento
che neanche i cacciatori di teste rientrano più
nelle spese.
ho chiuso il giornale e amen,
non voglio sapere più niente.
mi son fatto un panino e un bicchierozzo di bonarda
e mi son messo a pensare a quella tipa
che m'ha contato 4 volte i soldi
ed è riuscita a rubarmi 20 euro.
io mi sono accorto e non le ho detto niente,
anzi mi son messo a ridere,
deve essere proprio una miserabile
se s'è ridotta a rubare una miseria così miserevole
a un poveraccio di strada come me.
ieri mi son sentito male
e oggi stavo bene,
il dottore che ha lo studio nella tasca destra
del mio giaccone invernale
dice che ne continuerò ancora a lungo a vederne
di cotte e di crude,
e questa m'è sembrata davvero 
la ricchezza più grande di questo mondo:
un pò di salute,
le scarpe ai piedi
e l'andarsene a girolimoni per tutta la città.
ma un pensiero strano m'è venuto all'improvviso:
ma non è che io, perdente e sbaraccato,
me la passi meglio
di tutti questi vincenti su tutti i fronti
ma così infelici
da mettersi a piangere
se ne vediamo per disgrazia o per caso
uno per strada?
la fortuna e il destino
a ognuno gli tocca quel che gli viene,
si dice al mio paese di contadini.
e così, vincenti ma sempre tanto angosciati, 
tenetevi pure il vostro fato
che io mi tengo felice il mio,
sconosciuto al mondo
ma mille volte più tranquillo.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO 

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