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lunedì 13 gennaio 2014

LA BOTTEGA DEL MAESTRO MICHELUDDO AD ACQUAVIVA

così le ore si mangiano il giorno,
nella bottega di Micheluddo
dove alla vetrina si osservava il freddo
andare di fretta in tutti i portoncini 
della salita della Cattedrale.
farmi i capelli non mi è mai piaciuto
ma volentieri ascoltavo il mandolino del maestro
che aveva pure una decina di sanguisughe
nei boccacci perchè non si sapeva mai,
poteva venire qualcuno con un mal di testa,
un chiodo nell'anima,
una spina nel film.
io me ne stavo là anche dei pomeriggi interi,
ero piccolo e scalavo sempre in fondo alla fila,
dopotutto i contadini nei giorni di freddo
hanno così tanto da fare
che non sanno mai dove andare
e così anche loro se ne venivano
nella bottega di Micheluddo,
a farsi i capelli, ad ascoltare il mandolino,
a farsi fare il ritratto dal garzone di Gioia.
io comunque me ne finivo sempre in fondo alla fila,
perchè ero il più piccolo della congrega
e poi non parlavo mai.
ma il vero coltivato eclettismo fa il barbiere maestro,
e noi là
che non avevamo voglia nemmeno 
di fare i compiti della terza elementare.
poi i beat mi insegnarono che crescersi i capelli
è mille volte più comodo
e poi non c'è più nessuno
che ti fa scivolare in fondo alla fila
così ingiustamente.
almeno credo.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

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