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giovedì 26 giugno 2014

BALOTELLI, METAFORA OSCURA DI OGNUNO DI NOI

    
BALOTELLI

    Il campo di calcio è un rettangolo ben strano. E' spaccato a metà da una linea retta con un cerchio in mezzo. Poi altre linee e altri rettangoli, altri cerchi e altre geometrie da febbri ripetitive. La follia dei cuori porta qui i suoi strampalati formulari. Non si ragiona molto quando a parlare è la televisione e il tenebroso fondo del nostro immaginario collettivo.
    Balotelli, Balotelli, metafora oscura di ognuno di noi. Ci vogliono eroi ma pure allo stesso tempo nella polvere bruta. Ci vogliono alberi forti nella foresta scura ma pure foglie morte in balia di ogni vento. 
    Balotelli, nessuno che l'abbia difeso quando è stato attaccato dalla cattiveria dell'avversario. Che gran compagni di squadra! Balotelli, nessuno che l'abbia avvicinato e consigliato di non lasciarsi andare nel suo nero girovagare. Che grande allenatore da manuale di raffinata superpsicologia!. Abbandonato, deriso, umiliato. L'Audisio ne è innamorata, si vede a 100 chilometri,  e pure lo canzona, più feroce che può proprio per questo. I giornalisti, che ridicoli voltagabbana, preda di ogni girar di banderuola. Che falsi colori d'avventura dipinti a acqua sullo scivolar di ogni vetro in giravolta. Vivono di parole, come di coriandoli a carnevale Pulcinella.
    Balotelli, nera allegoria di ognuno di noi. Tutti amici nella fortuna, acerrimi e spietati nemici nel momento del bisogno. Questa è l'Italia, artisti miei. Contar su se stessi è l'unico sacchetto di fortuna che non ci vuole poveri. Son tutti biondi in alto loco, freschi, puliti e con la puzza al naso. Un connazionale nero? E chi l'ha mai voluto? La durezza della vita la vedono solo a cinema nei film di prima visione. Quando c'è l'assurdo di scena loro prendono e lasciano la sala, hanno altro da fare nei loro tetri consigli di amministrazione, nei loro balordi gabinetti di veneranda redazione.
     Balotelli è ognuno di noi quando vogliamo migliorare il mondo e nostro padre ci dice che siamo dei fuori di testa e ci lascia al nostro destino di piroette disperate. E rimaniamo nel delirio della nostra poesia che l'Italia, patria luminosa di ogni arte, oscuramente disprezza e la mette sdegnosamente da parte. Salvo poi nei momenti bui, riscoprirla e chiamarla ancora per farsi rianimare.
    Balotelli, Balotelli, simbolo notturno di ogni ragazzo d'Italia, che tutti vogliono per strada, disoccupato, a non fare niente, perchè i vecchi vogliono continuare a essere felici nei loro sarcofaghi d'oro a mangiarsi la carne viva di ogni tempo, nel loro ludibrio di onnipotenza tutto scritto e rifinito solo sulla carta.
    Il campo di calcio a volte può essere un rettangolo macabro, come un camposanto pieno di croci di tutti i nostri sogni andati ancora una volta sottoterra, nel baratro oscuro degli insondabili tribunali del destino. Kafka, dacci qui una tua enigmatica dritta!
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO  

da "LA PALLA E' TONDA" racconti, Acquaviva 2014

www.books.google.com

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