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martedì 29 luglio 2014

POESIE DAL NEPAL di Roberto Longhi


POESIE DAL NEPAL



*

ancora la saliva sugli occhi addormentati
nel ristorante rosa e blu`,
seduti al tavolo gli amanti
perdono invisibili lacrime,
la solitudine siede di fronte a me
e cade sul menu`con mani pallide
come separata dalle strade di polvere
come una mantide senz`ali
si abbandona al lago piovoso


*
galassie di piedi scalzi
ruotano attorno ai cieli di lapislazzuli,
galassie di ferite sanguinano
su teschi di cristallo,
ma sulle vie camminano,
camminano le macchine
con la paura nei capelli,
e i muri ci proteggono....


*
ovunche zanzare e vampiri
travestiti hippie
sui trampoli nel fango
a fatica si muovono
e sorridono nella tristezza,
il vento notturno accarezza
una dea invisibile seduta sulle corde
di un sitar senza tempo
danza nel fumo,
aspira le alcoliche atmosfere
i fiori di loto caduti in fondo al cuore del poeta
ti hanno persa per sempre



*
nella pioggia di Pokhara
il lago evapora
la solitudine degli occhi giapponesi,e
il grido del poeta
non piu` incanta il
muto sguardo
di una porta


*
colei che ama entra nella stanza
e medita sul dramma di un poeta come
un dramma di corriere logore, di poveri piu`
puri,di viaggi nelle foreste insonni,
e lui che s`incammina sulle vie azzurre
apprende la follia di un bacio,
l`arido incontro





*
forse la notte placa i mille io del giorno
come cani senza pace
ringhiano sulle sponde
i topi sulle canne
di sudice locande...





*
muore nel tempo di un respiro
il pensiero della tua assenza
scende le scale buie
e trema sulla porta
perche` le parole
come cammini inutili
spezzavano le ali di un mattino
e infastidite le mie palpebre
riposavano lontane
sui rami di una stanza



*
ranicchiato il grande ragno
prese rifugio nel tuo silenzio
ma a nulla valse la sua quiete
dove l`assassino trama invisibile
sopra un`onda di voci confuse
ranicchiato il grande sogno di un amore
prese rifugio nel tuo silenzio
ma non fioriva la tua canzone triste
dentro un tumulto di specchi
sarebbero state sempre lontane
le tue mani le tue parole
come raffiche di monsoni
a raffreddare le mie canzoni
i concerti dei grilli
negli eterei cieli indiani




*
come un ricordo vago
una rondine si addormenta
nel vecchio ristorante nepalese
siede lontano dai tuoi profumi
e un re s`incammina verso la quiete




*
nel buio nella paura dei leopardi
camminavo nella paura
come un poeta folle
ancora illuso
piangevo alla periferia di Almora
sui capelli di un profumo
lasciavo l`eleganza dei tuoi occhi
come piegato dentro una foglia
come una poesia di viaggi
perduta nell`acqua




*
assorta nelle nuvole
la preghiera di un`india senza tempo
e un baba accende un cilum sulla riva silenziosa
la mucca che mastica i volantini sui muri di risiskhesc
che digerisce capitali di plastica e si avvicina
alla mia soglia



*
ogni sera ritorna la dolce pioggia
il lago danza con lei che s`incanta
e si bagna
sotto le mille gocce
i suoi capelli nel cielo
entrano come respiri lenti
oscure onde muovono le foglie
e svaniscono nel tempo
io seduto sul terrazzo di un hotel
viaggio nel vento

ROBERTO LONGHI


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