regala Libri Acquaviva

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martedì 10 marzo 2015


PRIMAVERA A MILANO

brulica come in un sogno la città,
la sera cala e sempre ancora si porta il grano
la farina
il sale,
si spargono per la strada
i colori dei pittori,
i fili delle loro tele
che un giorno faranno barriere
davanti alle balordaggini,
le donne sono in petto agli uomini,
spaccano il ghiaccio degli insulsi spettacoli serali,
la folla indifferente vaga in cerca di trastulli
a buon mercato,
la giornata è infine finalmente passata,
si stappano così gli spumanti allegri
della baldoria senza senso,
i poveri vanno a guardarsi allo specchio delle vetrine
e vedono un pò se fanno davvero abbastanza pena,
così va la vita a Milano,
si ride,
ci si attacca al tram,
si tira la giacca all'amico
e si consiglia l'osteria.
scene di film d'altri tempi,
qualche tirata astrusa sul governo,
lo strillare acuto dei giornali della sera,
una sigaretta raccattata un pò alla carlona,
i guardiani un pò allocchiti dalla lunghissima giornata,
le fanfaluche ancora in bocca
per gustare meglio la polentina,
fumi gravi di sigari alla buona,
frotte di monelli per il marciapiede
per rincasare un pò più tardi
per sognare una neve che ormai non arriverà più.
s'addrizza l'albero nell'aria scura della sera,
vien per caso la nuova primavera?
forse sì forse no forse chi lo sa,
le mele fresche intanto son già nei giacconi
dei mandriani.
a teatro che si fa?
la stessa dell'anno scorso,
tanto noi non l'abbiamo mica vista,
si esce comunque
per fumare ancora un pò,
la luna prende fiato,
le stelle si faran vedere un pò più tardi
se ci sarà tempo,
Badadam! chi è caduto?
quel fesso dell'ombrellaio
che spariglia le sedie al barbiere
per far 2 centesimi al bottiglione di bianchetto.
va meglio, è un protetto di san fiascone,
si accende finalmente qualche luce,
il comune ha da risparmiare anca lù,
fa freddo ancora,
vengon fuori le truppe dei marangoni,
quelli che si riscaldano ai reggipetti fuori misura,
andemm che si combatte finalmente,
arriva la sera,
forse c'è pure un'aria più dolce più tardi là,
sulle rive di questa città sempre sulle piste di se stessa.
la neve è in montagna,
i culi buoni agli angoli delle strade che si sanno,
si drizza pure il passante,
forse passa il carro dei vini scoperti,
i vagoni delle birre in casseruola,
un risotto elettrico milanese
è ben presto cotto nel chiuso dell'anno ghiacciato
che finalmente sta per passare,
andiamo attaccabrighe
le risse son qua dietro,
dove danno fette di salciccie senza niente,
i buticchi, gli scansafatiche, i musi duri,
son lì che già crepitano come chicchi di granturco
nel pentolone arroventato,
è aperto il circo equestre serale della gran milan
in corso di porta ticinese, là sulla darsena,
tutt'intorno alla friggitora dei pescatori barlettani,
che si dice? è fresco il polpo? è buona la cozza nera?
facciamoci sotto, tanto il tram se si perde
dietro ne arriva un altro tutto vuoto
che non prenderemo mica,
la notte è lunga
milano è più lunga ancora.
chi l'ha misurata mai tutta?
manco il diabol ci riesce neanche se è di buzzo buono.
il mimo e il catarrista son già là,
il jiazzbann è già in funzione,
fino all'alba farà ballare tutti i reggimenti
degli ubriaconi e degli sgocciaboccali.
che si dice? è ancora sera,
forse arriva primavera a mezzanotte spaccata,
e te vuoi fare la guardia al letto
a quella balorda della tua povertà?
fatti sotto, il cannone ce l'hai
la scarpa rotta pure,
ti farà lo sconto quella barbagianni lì,
lo fa a tutti,
non è tipo che si tira su quel naso ghiacciato
a peperone che gli si fa subito rosso
come se ne andasse a fuoco.
vai, l'aria già si riscalda,
buontempone, questa qui è proprio la primavera
che si avvicina.
il magazzino delle pere è ancora aperto,
è proprio così! è la furia della natura
che già ci prende nella cervice proprio a tutti quanti.
non vedi? è già tutta qui la folla dei dementi innamorati
che pensano già a riscaldarsi
con le loro belle pensate a casamento,
lì sui pagliericci fuori stazione,
che aspetti già te?
non vedi che già vanno tutti là?
c'è pure la caldaia piena di porco arrosto,
c'è da sbafare a volontà,
che ti trattieni proprio tu?
sotto, la barba te la farai domani con la luce di Cristo.
prende passione la città, prende la febbre
della causa della pistolaccia fritta,
non vedi che scintille che salgono su da tutte le cantine,
all'osteria non si lamenta più nessuno,
son tutti allegri,
son tutti già brilli.
sotto andemm anca noi, con i capobranda
e i succhiagrappa,
già ha sparato i suoi primi bengala la primavera!
è la vita,
è la vita che prende fuoco come proprio piace a lei.
che ti tiri indietro proprio tu?
fatti sotto, sniffa a pieni polmoni quest'aria nuova
che ci gonfia il cuore,
è una bufera di risate, non vedi?
è una rivoluzione di cuori, non t'accorgi?
va di pattuglia già
l'armata dei gozzovigliatori.
la sera è già tutta piena di donne tutte belle vestite,
tutte belle sorridenti.
a ranghi serrati avanza l'esercito 
dei lenzuoli degli amori
veri.
è primavera!
è primavera già!
è primavera in tutta la città!
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

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