regala Libri Acquaviva

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lunedì 23 marzo 2015

UN UNDERGROUND AD UN PASSO DAL DUOMO recensione di Mendes Biondo su Giuseppe D'Ambrosio Angelillo su RAMINGO blog wordpress

UN UNDERGROUND AD UN PASSO DALLA METRO

giuseppe d'ambrosio ottobre 2012
Stavo passeggiando tranquillamente per i portici di Piazza Duomo a Milano quando mi imbattei in un personaggio tanto fuori dal tempo da attirare la mia attenzione. Capello lungo, barba lunga, look sobrio e al contempo elegante, voce pacata (forse troppo dato che spesso veniva sovrastata dal roboare della folla di turisti e cittadini). Se ne stava dietro ad una piccola bancarella ricolma di libri e osservava la fiumana di persone scorrergli di fronte. Ogni tanto qualcuno si fermava, dava un’occhiata ai titoli, buttava uno sguardo su di lui e si reimmergeva nello zampillare nevrotico di passi e sgambettamenti.
Mi avvicinai al suo banco e non potei fare a meno di notare che le copertine dei libri che vendeva erano interamente disegnate a mano. Alcune di queste ritraevano figure della letteratura e della filosofia di importanza fondamentale: Dostoevskij, Nietzsche, Spinoza, Alda Merini e tanti altri. Al fianco dei giganti giacevano, invece, innumerevoli copie firmate a nome Giuseppe D’Ambrosio Angelillo.
Ed ecco un altro benemerito sconosciuto che ci prova con la piccola casa editrice” pensai mentre il Marx al di là del banco si ergeva in tutta la sua altezza mostrando l’evidente intenzione di attaccare bottone.
Breve: lui era il D’Ambrosio Angelillo, autore, editore, acquarellista, saggista, professore di filosofia per hobby e sognatore di professione.
In meno di un quarto d’ora di chiacchierata spaziammo dalla considerazione che hanno i lettori italiani per gli scrittori underground (ben diversa a suo, e non solo suo, dire) fino alla situazione attuale della cultura in Italia e nel mondo, senza dimenticare tutta la sua lunghissima ed affascinante storia editoriale.
Giuseppe, o Joseph K. come vuole il suo alter ego letterario, è uno dei pochi che ama rimanere autentico nello stile di scrittura e nella realizzazione di piccole opere d’arte da lui create altresì note come libri. Acquaviva, alter ego editoriale del d’Ambrosio, non vede il prodotto cartaceo come un oggetto uscendo, pertanto, dalle dinamiche del “librificio”. Testi di qualità per lettori esigenti e attenti.
FELLINI libro Acquaviva
Finimmo la chiacchierata con un dono, da parte sua, e una promessa, da parte mia. Il dono consisteva in una copia di un librino dedicato a Fellini e una copia di Superpazzi (il secondo volume in particolare), una raccolta di racconti metropolitani.
Lo stile è caratteristico di un autore che con la lingua non ci ha rimestato solamente il cibo in bocca ma ci ha lavorato fino a stirarla in tutti i modi arricchendola con lemmi provenienti da tutte le parti del mondo in cui è stato. “Se mi fai editing mi ammazzi” mi diceva durante la chiacchierata e leggendo Superpazzi si capisce perché. È un libro “scomodo”, niente di rassicurante come il ciarpame letterario che esce per i tipi di Mondadori o Rizzoli in questi ultimi anni, necessita di tempo, comprensione. Ricorda vagamente l’ingenuità colpevole di Giovannino Guareschi mescolata allo stile gretto e incasinato di Bukowski. I personaggi ritratti sono degli autentici “Superpazzi”, alienati da una società spersonalizzata e spersonalizzante, che trovano sollievo dalle loro disgrazie nei classici migliori amici dell’uomo: sesso e alcool.
superpazzi vol.2
Milano si trasforma così in una gigantesca città senza nome, sulla falsa riga di quella in cui vive Marcovaldo, corredata dalle sue pupe, dai pugni di qualche sgherro e dalle patate bollenti che qualche “amico” scarica addosso ai protagonisti. Il nonsenso del trascinarsi stancamente attraverso un’esistenza costellata di fallimenti penetra nelle storie a tal punto da trasformare persino la lingua che si libera dei segni di interpunzione e diventa un lungo fluire di pensieri, azioni e dialoghi a mo’ di Ulisse joyceiano. Quello che serve al lettore dopo Superpazzi 2 è un bottiglione di vino Primitivo (meglio se rubato allo spazzino Andrea Picchietto della Barona) e un analista per ricordargli che “La Follia è femmina e il Delirio è maschio”.
La promessa, da parte mia, consisteva in una recensione dei suoi lavori e, a quanto pare, l’ho mantenuta.
Giuseppe d’Ambrosio Angelillo si può incontrare a pochi metri di distanza dall’entrata della Mondadori del Duomo a Milano oppure consultando i suoi due blog che rispondono ai linkhttp://soldatorock.blogspot.it/ e http://libriacquaviva.blogspot.it/
Mendes Biondo
(Giornalista Pubblicista)

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