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sabato 10 ottobre 2015

Giuseppe D'Ambrosio Angelillo GLI ULIVI DI ACQUAVIVA


       ATHENA E L'ULIVO

     Nei tempi antichi, ma molto molto antichi, i Greci fondarono una città in Attica, ma non sapevano ancora che nome darle, né sotto quale divinità mettersi devoti per la sua protezione e la sua prosperità. Si presentarono per l'onore della nominazione della città, che dicevano gli indovini sarebbe diventata molto famosa nei millenni a venire per tutta la terra, sia Athena che Poseidone, e vennero tra di loro alle strette perché nessuno dei due voleva desistere, e stavano per passare a vie di fatto quando si presentò Zeus per proteggere la sua figliola dal  feroce fratello, e disse:
   "Ma perché perdete tempo a litigare? Fate decidere agli abitanti della futura città. Date loro un dono e  colui, il dono del quale  sceglieranno, darà il nome alla città."
   E così fecero. E Poseidone donò un ciclopico cavallo rosso, fatto di acqua di mare in un'alba gloriosa, e invece Athena fece nascere un ulivo dalla terra col suo tocco divino. Gli abitanti della città scelsero l'ulivo, in quanto lo ritennero più utile e fecondo, piuttosto che l'enorme cavallo rosso di cui riconoscevano la bellezza e la grandiosità ma pure la perfetta inutilità per la vita di tutti i giorni. La città, ragazzi, fu così chiamata Atene, in onore della dea che regalò loro l'ulivo, e l'ulivo diventò sacro per i Greci, ed è con la civetta, animale anch'esso sacro ad Athena, il simbolo non solo di Atene ma di tutta quanta la Grecia, ancora oggi.
GIUSEPPE D'AMBROSIO ANGELILLO

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